Inedito e in perfetto stato di conservazione, questo notevole esempio di “natura in posa” è opera certa di Luca Forte, con una collocazione cronologica immediatamente successiva al 1630. Evidenti e...
Inedito e in perfetto stato di conservazione, questo notevole esempio di “natura in posa” è opera certa di Luca Forte, con una collocazione cronologica immediatamente successiva al 1630. Evidenti e rilevanti, infatti, le concordanze, sia per resa pittorica che per distribuzione compositiva di questa ‘mostra’ di pesche e ciliegie con fiori di gelsomino (allusivo e chiaro riferimento alla stagione estiva, secondo una tradizione frequente in pittura sia in area fiamminga che in ambiente partenopeo), con altri noti e rilevanti esempi, tematicamente identici o affini, di quello che la critica moderna e contemporanea considera essere, nel solco di Giacomo Recco e in contemporanea con Giovan Battista Recco (alias Titta Recco), il maggiore esponente del ‘genere’ a Napoli di matrice caravaggesca e d’indirizzo naturalista e che dalla metà degli anni Trenta fu anche collaboratore di Aniello Falcone e, con il giovane Paolo Porpora, frequentatore del suo atelier.
Le affinità o concordanze più accentuate ed evidenti, anche per la scelta e ‘messa in mostra’ anche della stessa frutta o degli stessi fiori, sono, da un lato, con alcuni particolari della grande tela già della raccolta D’Errico a Palazzo San Gervasio, presso Potenza (poi conservata presso la sede del Municipio locale) e già in passato assegnata ad Andrea Belvedere (1938), al cosiddetto Maestro della Natura morta di Palazzo San Gervasio, erroneamente identificato con un anonimo pittore romano attivo nel giro di Giovan Battista Crescenzi (1964) e poi della gran parte della critica restituita dal 1984 a Luca Forte; dall’altro con note composizioni già attribuite a quest’ultimo, come, tra le altre, quelle con Il fruttaiolo già presso la Galleria di Alberto Di Castro a Roma, con Fiori e frutta firmata della raccolta Molinari Pradelli a Marano di Castenaso presso Bologna, con Frutta, cedri e vaso con fiori su base in pietra della collezione De Falco a Napoli, con Frutta e fiori in vaso di cristallo del Museo di Capodimonte e, soprattutto, sia con l’ottagono con Mele e pere del Museo Duca di Martina di Napoli (proveniente dal Museo di Capodimonte e in pendant con quello con Ciliegie fragole e altri frutti)e con quello della raccolta Sbordone sempre a Napoli che presenta su un ripiano in pietra Mele e prugne (pendant dell’altro con Cedro, noci e fichi secchi), sia con un’altra tela siglata con le iniziali di Luca Forte e con la ‘esposizione’ di Frutta e carciofi e chenel 2009 era ancora in una collezione privata (per alcuni di questi dipinti si rinvia, anche per la precedente bibliografia, a Spinosa 2011, pp. 258-265).
In tutte queste composizioni, come nella tela qui esaminata, Luca Forte riesce, come per le scene sacre e profane veniva facendo contemporaneamente Aniello Falcone o, inizialmente, anche Andrea de Lione, autore – peraltro – anche di alcuni rari dipinti con “natura in posa”, a conciliare, con sapiente resa pittorica, l’eredità della locale tradizione naturalista di Battistello Caracciolo, di Filippo Vitale e soprattutto di Jusepe de Ribera, con le nuove e crescenti tendenze della montante stagione ‘neoveneta’ e prebarocca, espressa a Napoli anche dal giovane Paolo Porpora e, dopo la metà del Seicento, soprattutto da Giuseppe Recco.